Perchè le Autorità Olandesi non permettono più di battere bandiera dei Paesi Bassi?
Giovedì 21 giugno la nave tedesca Lifeline ha preso a bordo 226 immigrati che avevano tentato di attraversare il Mediterraneo, alla ricerca di una vita migliore in Europa. Fece rotta per l’Italia, ma la nave lunga 32 metri è stata respinta dalle autorità italiane.
Lifeline, posseduta e gestita dall’organizzazione tedesca Mission Lifeline, navigava sotto la bandiera dei Paesi Bassi e sosteneva che la loro nave aveva la nazionalità olandese, e quindi avrebbe dovuto far rotta per la propria Home Land. Il governo olandese però ha reagito immediatamente affermando che la nave Lifeline non era registrata nei Paesi Bassi.
Come stavano veramente le cose?
La ONG era convinta di essere in regola con l’immatricolazione, ma non era così, la nave era registrata presso il Watersport Verbond, un’associazione privata, riconosciuta dal Ministero olandese delle Infrastrutture e della Gestione delle Acque, che certificava la proprietà della stessa, ma non attribuiva il diritto di “battere bandiera” secondo quanto previsto dall’art. 94 dell’UNCLOS -LA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITESUI DIRITTI DEL MARE- benchè sul Certificato (ICP) fosse riportato “bandiera: Olandese“.
Mentre si svolgeva lo scontro riguardo a dove dovesse attraccare la Lifeline, al Parlamento olandese furono posti interpelli e in meno di una settimana il dipartimento degli affari marittimi del Ministero olandese delle Infrastrutture e della Gestione delle Acque modificò l’ICP olandese.
Ora la dicitura relativa lla bandiera, non è più “Olandese” ma “non applicabile”. Per chiarire le questioni il documento ICP afferma anche quanto segue:
“Prima del rilascio di questo documento, la proprietà è stata verificata. Questo certificato è valido solo fino a quando i particolari non sono cambiati. In caso di modifica, deve essere restituito all’organizzazione emittente per la modifica.
Questo documento non può essere interpretato nel senso che conferisce la nazionalità olandese all’unità, né costituisce il diritto di battere la bandiera del Regno dei Paesi Bassi come definito dall’articolo 9 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Di conseguenza, il Regno dei Paesi Bassi non accetta nessuna delle responsabilità elencate nell’articolo 94 dell’ UNCLOS.”
Testo originale:
“Prior to issue of this document ownership has been rendered credible. This certificate is valid only as long as the particulars have not changed. In case of change, it must be returned to the issuing organization for amendment.
This document can not be interpreted as giving Dutch nationality to the craft, nor does it constitute the right to fly the flag of the Kingdom of the Netherlands as defined by Article 9 of the United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS). Consequently the Kingdom of the Netherlands does not accept any of the responsibilities listed in article 94 of UNCLOS”
Che succede ora a chi è in possesso della vecchia ICP? La modifica non ha valore retroattivo, quindi le unità iscritte prima dell’intervento del Ministero delle Infrastrutture, non hanno problemi, almeno fino al momento del rinnovo biennale, quando poi verrà rilasciata la nuova ICP.
Nel frattempo, sarà possibile cancellare l’ICP e immatricolare l’unità presso qualche altro registro nazionale, come ad esempio quello Belga, o Italiano.
La scelta della bandiera, deve tenere conto di molteplici fattori di convenienza. Alcuni paesi prevedono il rilascio di un Certificato di Sicurezza, o di Classe, che comporta la visita ispettiva dell’unità per verificarne lo stato di costruzione e mantenimento. Altri invece si affidano al “buon senso” di chi ci naviga e si limitano a verificare la certificazione CE del costruttore (se costruita dopo il 17/06/1998). Inoltre le dotazioni di sicurezza variano in base a quanto previsto dalo stato di bandiera, così come la necessità di possedere o meno un titolo per condurre l’unità.
Per non incorrere in errori come quello della Lifeline, è necessario informarsi bene e soprattutto affidarsi a intermediari corretti e trasparenti, non esistono panacee per tutti i mali, ogni caso deve essere valutato con attenzione.
L’Agenzia- Scuola Nautica Sea Way, da sempre fornisce consulenza gratuita di base, senza impegno, restando a disposizione per eventuali incarichi.
Buon vento a tutti,
Mauro Righetti