Zona di Convergenza Intertropicale ITCZ
La Vendée Globe, avvincente regata in solitario attorno al Mondo, ha rievocato spesso, nei resoconti dei partecipanti, questa zona del pianeta, da sempre vissuta con ansia dai navigatori.
Si tratta della regione della terra, in prossimità dell’Equatore termico, o “climatico”, nella quale gli Alisei di N-E e di S-E convergono creando una grande porzione depressionaria di cella convettiva. La zona in questione, si sposta con la declinazione del Sole e oscilla tra l’Emisfero Boreale e quello Australe. Dal punto di vista meteorologico, possiamo aspettarci ampie zone di aria stagnante, venti deboli e variabili, e l’aggravante di temporali multicella dovuti alla condensazione della massa d’aria calda e umida causata dall’evaporazione. Certamente non le condizioni più desiderabili per un marinaio.
Il termine Pot au Noir, sembra avere una triste derivazione legata ai tempi dello schiavismo, quando le navi, stracariche di esseri umani malamente accalcati nelle stive, finivano per settimane in queste trappole climatiche causando tantissime perdite tra gli schiavi, che venivano quindi gettati in mare, galleggiando spesso in prossimità della nave ferma, per giorni. Il “Calderone del Nero”.
Dal punto di vista tattico, l’ingresso obbligato nella ITCZ per chi debba attraversare la linea che separa i due emisferi, si traduce in una sfida logorante, che obbliga a continue regolazioni e interventi sulla conduzione della barca. Sicuramente in grado di stravolgere la classifica di una regata, mettendo a nudo i limiti umani più che tecnici del complesso barca/equipaggio.
Giancarlo Pedote su Prysmian Group
Fonti:
https://earthobservatory.nasa.gov/images/703/the-intertropical-convergence-zone
https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_di_convergenza_intertropicale